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Un giorno a Trento… tra condivisione e amicizia.

Come ho conosciuto Nan? Vi racconto brevemente com’è successo…

Stavo leggendo un articolo sul blog di Filippo Galli chiamato “La Complessità del Calcio”, questo articolo raccontava l’incontro con Paco Seirul-lo.

Dopo averlo letto, scrivo a Filippo e gli chiedo se poteva spiegarmi alcune cose inerenti all’articolo che mi ero segnato in quanto molto interessanti, mi disse che per correttezza era giusto che mi rispondesse chi l’articolo l’avesse scritto, Joan Moll. Scrivo nel form del blog le mia curiosità e ricevo dopo pochissimo la risposta.

Dopo questo episodio, ricordo che lo aggiunsi su LinkedIn e da li iniziammo a parlare di metodologia, di idee, fino a che il 10 agosto dell’anno scorso decisi di andarlo a trovare a Trento, passando una giornata (che ora vi racconterò) di condivisione e confronto con sempre un unico obiettivo, riuscire a migliorarci come allenatori.

La giornata iniziò così, ci trovammo a pranzo a “El Merendero”, a Trento. Ci presentammo, in quanto era la prima volta che ci vedevamo di persona, mi presentò Francesco (suo collaboratore), ci sedemmo a tavola e iniziammo subito a parlare di calcio. Ricordo questo episodio, che quando arrivò la cameriera per chiederci cosa volessimo ordinare, le abbiamo chiesto cortesemente se poteva tornare dopo perché non avevamo ancora aperto il menù. Fatto sta che se non ricordo male, avevamo ordinato 3 insalate, segno che volevamo finire velocemente di mangiare per poter continuare poi a parlare del nostro amato calcio.

Sono sorti mille argomenti, racconti, e ne ricordo uno in particolare del quale mi voglio soffermare…

Quando si parla di formazione del calciatore si arriva a dire che un giocatore si forma maggiormente se è messo in una situazione dove deve prendere continue e costanti decisioni. Se la squadra gioca in un certo modo, privilegiando la fase di possesso, giocando con coraggio, avendo dei principi, sei “costretto” a prendere decisioni in quanto se hai spesso la palla devi scegliere.

Mentre parlavamo appunto, siamo arrivati ad analizzare e porci delle domande su questo; ci sono elementi, non solo nel gioco, che incidono e influenzano la presa di decisione del giocatore? Quel giorno li ci focalizzammo sulle emozioni. Come le emozioni possono incidere nelle scelte che ogni giocatore fa, ma soprattutto, noi queste emozioni le alleniamo? Come possiamo fare per allenare il giocatore ad allenare le sue emozioni?

Ricordo che parlammo dello “Stato di Flow”, di “Relazioni”, del come poter gestire, conoscere, riconoscere, allenare tutti questi elementi fondamentali.

Dopo il pranzo ci spostammo al campo di allenamento, dove ci sarebbe stato appunto l’allenamento della primavera del Trento e, avrei potuto vedere, osservare, ascoltare tutto ciò di cui avevamo parlato prima… finalmente andammo in campo!

Io mi sedetti vicino alla recinzione e la seduta di allenamento, così strutturata, ebbe inizio:

– Proposta 1: Partita a numero ridotto 3c3 con l’inserimento di alcune componenti fisiche                             (mobilità inizialmente e poi una piccola parte di forza)

– Proposta 2: Gioco di mantenimento inizialmente senza i portieri che poi sono stati                                      inseriti

– Proposta 3: Partita con vincoli

– Proposta 4: Partita senza vincoli (Non mi piace chiamarla partita libera perché credo che               non esista la partita libera)

La mia attenzione oltre che andare sulle varie esercitazioni, non poteva non andare sulla figura di Nan, l’allenatore. Volevo cercare di capire tutto ciò che facesse; dal come si muoveva, quando lo faceva, a dove andasse, il modo in cui comunicava ai giocatori, cosa diceva, quando parlava coi collaboratori e cosi via… tutti questi ovviamente furono argomenti che trattammo a fine allenamento.

Finito l’allenamento Nan venne da me e mi disse: “Cos’hai notato? Cosa avresti fatto tu?”

Solitamente, quando si va a vedere un allenamento la domanda che il 90% delle persone fa è se l’allenamento è piaciuto… qui no, mi è stato chiesto altro, parlammo dei comportamenti emergenti dei giocatori, emersi appunto dalle varie esercitazioni proposte, ci confrontammo sugli spazi di gioco utilizzati, sui feedback che sono stati dati o su un vincolo che io avrei inserito per far emergere un comportamento diverso e quindi portare i giocatori poi a vincere questo vincolo…

… diciamo che per un po’, mi sono sentito un suo collaboratore.

Tornando a casa, visto che mi aspettavano circa 2 ore e mezza di viaggio, ho davvero riflettuto molto su questa giornata, ma anche sulla figura dell’allenatore. Su come dovremmo essere, su cosa dovremmo credere per poter FORMARE al meglio i nostri giocatori. Su quanto sia bello condividere, creare relazioni, essere curiosi, per potersi migliorare e crescere come allenatori.

Grazie Nan!

Davide Pedrelli

Allenatore UEFA B, attualmente vice allenatore U14 Sassuolo Calcio, 4 anni al Parma Calcio come allenatore attività di base (U11-U12) e nel settore femmenile (U15 e vice allenatore Primavera), in estate a lavorato nei camp ufficiali dell’FCB in Italia, Svizzera e Francia

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