Per raccontare la visita metodologica del 27 dicembre presso gli allenamenti dell’A.C. Trento, ospitato dall’allenatore Joan Moll, voglio partire da lontano.
Nell’ottobre 2022 mi sono trasferito in Spagna per iniziare, affinare e perfezionare la mia preparazione in termini di allenamento calcistico. Ciò che mi ha colpito è stata sicuramente la differenza filosofica tra Italia e Spagna nell’intendere il processo dell’allenamento e del ruolo dell’allenatore. La differenza è quella tra boss e leader, due modi diversi di intendere la leadership: mentre in Italia, nella mia personale esperienza, si è ancora molto ancorati alla concezione dell’allenatore come boss (colui che comanda e dà le indicazioni “dall’alto”), in Spagna si sta diffondendo sempre di più una visione olistica, in cui il giocatore è al centro del processo di allenamento e l’allenatore rappresenta una guida, quasi un semplice consigliere o un provocatore di eventi, nel processo decisionale. L’allenatore tipo spagnolo si mette quasi alla pari dei giocatori, li ascolta e li coinvolge nell’interezza del processo di allenamento.
Purtroppo però, pur vivendo in Spagna e avendo assistito a diversi allenamenti di squadre di settori giovanili importanti (Real Madrid, Betis Siviglia, Leganés), ho visto questo approccio molto spesso a livello teorico, spiegato dai professionisti che hanno insegnato nel master che ho frequentato, ma meno frequentemente – e spesso da lontano – a livello pratico, forse anche per la diversa filosofia calcistica e metodologia utilizzata dai club sopracitati. Paradossalmente, ho visto una metodologia simile più applicata a livello dilettantistico, anche in un club in cui ho fatto parte di uno staff tecnico.
Ma tornando alla visita metodologica, argomento centrale di questo articolo, come mi sono trovato ad assistere agli allenamenti del Trento Primavera guidati da Joan Moll?
Aggiungendo i contatti su LinkedIn di allenatori professionisti spagnoli, l’enorme potere del networking mi ha consigliato il profilo di Joan. Ho dato un’occhiata e gli articoli del suo blog, nonché i post da lui scritti, hanno subito catturato la mia attenzione. L’approccio di Joan mi è subito apparso rivoluzionario, soprattutto se confrontato con la tradizione italiana, che porta con sé modalità ed una mentalità totalmente differenti. Così ho deciso di chiedere un incontro e Joan, con grande disponibilità, mi ha aperto le porte del centro sportivo di Cristo Re a Trento.
Sono arrivato presso il centro sportivo il 27 dicembre alle ore 10 per assistere al primo allenamento dopo le vacanze natalizie. Joan mi ha spiegato cosa avrebbe previsto la sessione e mi ha messo in contatto con il suo staff, da lui molto coinvolto nel processo di allenamento, che mi ha spiegato a sua volta i contenuti a cui avrei assistito durante la sessione. Sono stato trattato quasi come un giocatore: la metodologia di Joan Moll prevede infatti una breve conversazione nello spogliatoio con i giocatori prima dell’allenamento, un momento in cui lo staff spiega gli obiettivi e i contenuti dell’allenamento ai giocatori. La grande peculiarità del metodo è che ai giocatori viene indicata la meta finale, ma sono loro stessi a dover trovare il percorso per giungervi.
L’allenamento è iniziato con un breve richiamo atletico, condotto dal preparatore atletico. Questo è stato l’unico momento della sessione in cui i giocatori non hanno toccato il pallone, vero protagonista del gioco.
Il pallone è entrato in scena nel secondo esercizio, un possesso palla con quattro jolly fuori dal quadrato, in cui questi ultimi dovevano attivarsi nel momento successivo alla perdita del possesso palla. L’obiettivo dell’esercizio era quello di perfezionare il comportamento della squadra e soprattutto i giocatori più esterni dopo aver perso il pallone. Il terzo esercizio, una partitella a campo ridotto con gli esterni fuori dal campo, è continuato con gli stessi obiettivi: attivare velocemente i giocatori per un rapido recupero del pallone dopo averlo perso. Il tutto senza lavorare analiticamente, ma attraverso il gioco e l’esperienza, veri maestri dell’allenamento. Ovviamente, entrambi gli esercizi hanno permesso di lavorare anche sulla fase di possesso e di acquisire la confidenza nella gestione del pallone. L’allenamento si è concluso con un lavoro atletico, in cui erano comprese delle navette e un duello tra due giocatori per la conquista del pallone.
Assistere ad un allenamento di Joan Moll è un’esperienza estraniante, soprattutto per chi è abituato alla tradizione italiana: non esiste il fischietto, non ci sono grida, le istruzioni sono poche e anche le correzioni. Tutto ciò fa parte della pedagogia della metodologia, che pone al centro del processo decisionale il giocatore, che deve imparare a riconoscere le situazioni ed eventuali cose da migliorare, stimolato ovviamente da domande e riflessioni dell’allenatore, che è “un provocatore di eventi”, come preferisce definirlo Joan.
Una metodologia simile aiuta a rendere il giocatore non un mero esecutore di istruzioni del mister, ma un agente attivo, capace di riconoscere le diverse situazioni e di prendere in autonomia la decisione migliore. Un giocatore che, tirate le somme, risulta più maturo, più completo e capace di uscire dalle difficoltà. L’obiettivo finale è creare un giocatore che possa performare perché conosce il gioco e riconosce le sue dinamiche, senza stimoli esterni e istruzioni dell’allenatore.
Assistere ad un allenamento del genere e parlare con il disponibilissimo Joan mi ha permesso di scoprire un approccio nuovo, rivoluzionario quasi e sicuramente molto diverso a quello a cui sono stato abituato nella mia formazione, calcistica e non. Un approccio che mi è apparso molto efficace e che mi ha convinto.
Voglio chiudere questo articolo ringraziando ancora una volta Joan per la disponibilità e ospitalità e per gli insegnamenti trasmessi in un tempo ristretto.
Alessio Nanni
Laureato in Economia e Management, Master in Football Coaching and Management presso l’Escuela Universitaria Real Madrid – Universidad Europea. Attualmente studente per il corso Allenatore UEFA C presso la Real Federación de Fútbol de Madrid e allenatore dilettante.